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8 Giugno 2025
Per ragioni professionali mi sono dovuto avvicinare al mondo del Digital Marketing, pur non considerandolo, lo ammetto, un ambito che mi entusiasmi particolarmente dal punto di vista tecnico. La vera soddisfazione, in questo settore, risiede nella verifica concreta che una strategia pensata, progettata e implementata con metodo funzioni davvero e generi risultati tangibili, soprattutto in un contesto dominato dal marketing digitale metodo fuffa.
Nel panorama del marketing digitale metodo fuffa, promesse miracolose e slogan vuoti rendono sempre più difficile distinguere un approccio serio da uno improvvisato.
Dal punto di vista ingegneristico, l’attività operativa consiste spesso in operazioni relativamente ordinarie: integrazione di API di terze parti, raccolta e registrazione dei dati in un database e successiva elaborazione. Nulla di particolarmente impegnativo e innovativo per chi è abituato a progettare architetture software o sistemi distribuiti complessi.
Tuttavia, è importante distinguere in modo chiaro chi lavora seriamente nel Digital Marketing da chi si improvvisa “esperto” o “guru”. Possiamo identificare almeno tre categorie di operatori che oggi popolano l’ambiente, soprattutto su piattaforme come LinkedIn…
Quando si parla di marketing digitale metodo fuffa, è fondamentale chiarire chi lavora con dati e metodo e chi invece costruisce solo narrazioni autoreferenziali. Si tratta di operatori con un forte orientamento ai dati, capaci di coniugare creatività e rigore analitico. Utilizzano strumenti di tracciamento avanzati, implementano strategie personalizzate, testano costantemente soluzioni attraverso A/B testing e misurano ogni attività sulla base di KPI concreti. Un approccio di questo tipo è coerente con le linee guida ufficiali di Google sulla valutazione della qualità dei contenuti e delle strategie digitali. Ad oggi molti di loro integrano sapientemente anche AI. Per approfondire l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro e sui ruoli professionali, leggi anche Intelligenza artificiale e lavoro: perché non stiamo assistendo alla fine delle professioni. Il loro lavoro si basa su un metodo, non su false promesse da marinaio.
Autoproclamatisi esperti, spesso con titoli pomposi inventati tramite neologismi come Master Coach Marketing Strategist o simili, presentano contenuti privi di qualsiasi sostanza. Offrono webinar gratuiti in cui propongono un “metodo magico” applicabile indistintamente a chi vende frutta come a chi sviluppa software o gestisce consulenze B2B complesse.
Queste figure sfruttano tecniche persuasive (che attaccano solo con chi non ha neanche idea di cosa sia veramente il marketing digitale), funnel commerciali aggressivi con mail inviate ogni giorno e a volte anche più volte nello stesso giorno, senza fornire alcuna metrica reale o documentazione verificabile.
Se state valutando l’adozione di strategie di marketing digitale e non siete del mestiere, o comunque non ne avete mai sentito parlare in modo approfondito, distinguere il marketing digitale metodo fuffa da un approccio serio è il primo passo per evitare errori costosi.
Questo ultimo punto merita un paragrafo a parte…
Nonostante tutti questi controlli, non è detto che i risultati arrivino, perché alla fine di tutto il ROI dipende anche dal prodotto o servizio che state vendendo. Se non ha presa sul mercato perché il mercato non è interessato c’è poco da fare.
Anni fa partecipai, tramite l’azienda per cui lavoravo, a un convegno organizzato da una nota agenzia di marketing. L’evento (a pagamento) si rivelò essere poco più di un momento promozionale per l’agenzia stessa.
Sul palco si alternavano piccoli imprenditori per testimoniare i risultati ottenuti: in alcuni casi, “successi” quantificati in 3000 euro di fatturato mensile. Con tutto il rispetto possibile per il lavoro e la visione di altri imprenditori, è molto difficile considerare queste cifre un traguardo di cui vantarsi per un’impresa.
La mancanza di contenuti formativi reali mi lasciò piuttosto perplesso e rafforzò la mia convinzione che, nel marketing, come in altri ambiti, occorra saper distinguere tra professionalità e storytelling autoreferenziale.
Vengo continuamente inondato da richieste su LinkedIn di persone che si presentano, ancora prima di avergli risposto un banale “buongiorno”, promettendo risultati eclatanti quando non sanno neanche chi sono, non conoscono la mia società e di cosa si occupa sul campo e spesso mi presentano, oltre al marketing, servizi in ambito IT che offro anche io: segno distintivo del fatto che hanno applicato un semplice copia e incolla di un messaggio al quale hanno probabilmente cambiato solamente il nome del destinatario, avendo sorvolato completamente di verificare quelle che sono le mie credenziali e il mio lavoro.
Praticamente è come se entrassero in una norcineria e tentassero di vendere al proprietario un etto di mortadella.
Onestamente oggi non spendo più tempo a rispondere a questi “ciarlatani” ma in tempi passati mi divertivo con loro dicendogli:
“Ok, se sei così sicuro di portarmi tutti questi clienti dipingendoti come Master Coach Marketing Strategist, allora facciamo che ti pago a risultato ottenuto. Se sei certo di avere questo metodo infallibile non dovrebbe essere un problema per te se ti pago a risultati ottenuti”.
Ovviamente il messaggio è chiaramente provocatorio, ma sono dell’idea che a domanda assurda si replichi con una risposta assurda; e naturalmente tutto si sgonfia immediatamente.
A questo punto viene da chiedersi? Possibile che le persone non comprendano cosa sia il marketing digitale? Voglio dire… È il termine stesso a suggerirlo: prendi il marketing tradizionale fatto di volantini, brochure, e digitalizzalo con campagne di ricerca e campagne di advertising. Potresti mai dare adito ad una persona che stampa e distribuisce volantini e ti promette di decuplicare il tuo fatturato senza sapere di cosa ti occupi e quanti volantini intendi stampare e distribuire? Tenendo poi presente il fatto che la chiusura del lead dipende poi anche dalla tua capacità di convertirlo con una presentazione seria e credibile del prodotto o servizio che stai vendendo.
Nel marketing digitale esistono diverse tipologie di campagne attuabili ma tutte si dividono fondamentalmente in due macro-categorie:
Le campagne di ricerca fanno parte di quella branca denominata “Marketing diretto”. Il tuo sito o la tua landing page compare sui motori di ricerca come risultato sponsorizzato nel momento in cui un utente cerca una delle parole chiave che hai utilizzato per definire la tua campagna di marketing.
Le campagne di advertising fanno invece parte di quella branca denominata “Marketing indiretto”. In questo caso non c’è un interesse da parte di un utente nel ricercare un prodotto o servizio online. Questo tipo di campagne può essere visto come la digitalizzazione del volantinaggio. Quante volte ti è successo di andare su Facebook o su LinkedIn e vedere post sponsorizzati per la vendita di prodotti o servizi?
Certamente il marketing digitale ha dei vantaggi innegabili:
I grandi brand come Google e Facebook investono sui dati. Memorizzano qualsiasi interazione che hai compiuto con la pagina per creare un tuo profilo virtuale. Se cerchi su google o addirittura se stai parlando di animali è molto probabile che troverai inserzioni personalizzate su gadget per animali, cibi per animali.
I grandi brand ti conoscono forse meglio di quanto tu non conosca te stesso e queste informazioni sono oro colato per chi deve fare una campagna di marketing perché la può profilare su tutti gli utenti che hanno quegli specifici interessi.. Questo non potresti farlo con il volantinaggio.
Nel marketing digitale puoi anche settorializzare per posizione geografica ma soprattutto il risultato dipende fortemente dal budget che decidi di investire.
Distribuire 10.000 volantini ha una copertura e una risposta diversa del distribuirne un milione e alla base di questa differenza c’è un investimento economico diverso.
Ecco perché continuo a raccomandarvi di diffidare da chi si presenta con una “soluzione magica” già pronta senza sapere neanche chi siete.
Ma veniamo al punto centrale di questo articolo…
Avrete compreso che la corretta canalizzazione di una campagna di marketing richiede un approccio orientato alla lettura e comprensione dei dati.
Bene, chi possiede un’alta formazione tecnico-informatica parte da una posizione di vantaggio per diverse ragioni:
Nell’epoca in cui viviamo, dove l’informazione e i dati sono la vera ricchezza ma dove la competenza vera è rara, distinguere chi fa marketing con serietà da chi costruisce illusioni è una responsabilità di tutti: imprenditori, tecnici, consulenti e professionisti del settore.
Il marketing digitale non è una formula magica, né un insieme di strumenti da “attivare e dimenticare”: è proprio questa consapevolezza che permette di non cadere nelle trappole del marketing digitale metodo fuffa. Il mio consiglio è molto semplice: prima di affidarvi al primo che capita e che promette risultati eclatanti, fate domande, analizzate i numeri e verificate i fatti, perché il primo campanello d’allarme è nascosto proprio dietro la sua promessa. E se vi sentite in difficoltà nel valutare proposte o offerte digitali, confrontatevi con chi ha una formazione tecnica: potrebbe farvi risparmiare tempo, risorse e, soprattutto, disillusioni.
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