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Questo sarà un articolo presumibilmente lungo, perché per potervi dare le indicazioni, seppure in modo stringato, su come scrivere un articolo di blog efficace soprattutto per ciò che concerne il posizionamento sui motori di ricerca, sarà necessario introdurre anche alcuni argomenti relativi a come i motori analizzano e classificano pagine, articoli e siti web, dandogli nella loro lunghissima lista dei risultati (SERP – Search Engine Results Page / Pagina dei Risultati del Motore di Ricerca) il corretto posizionamento.
Un motore di ricerca attribuisce diversi punteggi che serviranno a classificare e catalogare i risultati. Adesso stai leggendo questo articolo ma è molto probabile che scrivendo la parola chiave “Come scrivere un articolo di Blog” usciranno tantissimi altri risultati.
Se vogliamo essere precisi con questa parola chiave escono circa 22.600.000 (leggasi ventiduemilioneseicentomila) risultati.
Comprenderete immediatamente che è impensabile pubblicare un articolo e fare in modo che questo sia posizionato in prima posizione su Google, a meno ovviamente di non investire una certa somma per sponsorizzarlo su Google Ads. Ma non perdiamoci d’animo, questa è solamente una delle parole chiave all’interno dell’articolo e Google ne estrapola tantissime. Ancora una volta però, con grandissima probabilità, nessuna di queste parole chiave farà posizionare il vostro sito in prima posizione.
La risposta è: nessuno lo sa esattamente! Si dice che addirittura l’algoritmo base di Google sia conosciuto unicamente dai due padri fondatori del colosso americano (sono solo voci). In ogni caso, nonostante gli algoritmi non siano stati resi pubblici, per ovvi motivi, gran parte di questi sono stati analizzati in modo empirico nel tempo e conosciamo alcune regole di base da seguire per fare in modo che il nostro blog prima o poi presenti anche dei risultati in prima pagina.
I motori di ricerca hanno avuto nel corso di questi 25 anni, al pari della tecnologia, una crescita ingegneristica spaventosa, passando da Algoritmi per analisi “sintattica”, ovvero che si soffermavano unicamente a verificare il rispetto di alcune regole in modo meccanico, ad Algoritmi per analisi “semantica”, dove tali algoritmi vanno addirittura a comprendere il significato del testo all’interno di un articolo. Ne consegue che allo stesso modo in cui un professore dava una votazione ad un tema che derivava dalla cura della grafìa, dall’assenza di errori ortografici, dai contenuti, e dal valore letterario del tema; allo stesso modo oggi i motori di ricerca prendono in considerazione una serie di variabili che vanno dalla “correttezza” di stesura del codice… “Vengono utilizzati tag semantici? La pagina web è stata scritta seguendo gli standard W3C? I tempi di caricamento sono veloci?” fino ad arrivare alla qualità di significato del contenuto e addirittura alla “Sentiment Analisys”, ovvero la capacità di comprendere lo stato d’animo di chi sta scrivendo. Se ci pensate bene questa cosa è pazzesca!
Da questo genere d’analisi escono fuori una lista di parole chiave che il motore di ricerca ha identificato, e che inserisce alla base di un istogramma. Ad ogni parola chiave verrà attribuita una votazione che fornisce un “peso” di importanza utile ai fini del posizionamento.
Detto così sembra tutto facile perché basterebbe scrivere un articolo minuziosamente dettagliato, impeccabile dal punto di vista stilistico per fare in modo che questo compaia primo su Google almeno per una parola chiave… Ecco la brutta notizia: non funziona così.
Il posizionamento definitivo deriva da una serie di altri fattori che non riguardano l’articolo in sé ma il sito web nella sua totalità: la “Domain Authority”.
Cosa contribuisce ad aumentare l’autorità di un sito web… Tanti parametri, alcuni dei quali direttamente dipesi dal lavoro svolto sul sito stessi, molti altri che non dipendono dagli sviluppatori, dai blogger o dall’amministratore del sito.
Tra quello che rientra nei “poteri” dei creatori del sito ci sono, come abbiamo già menzionato: la velocità di caricamento ed il rispetto delle regole W3C per la stesura del codice, l’uso dei tag semantici e tutte quelle attenzioni tecniche che istruiscano il motore di ricerca sulle varie sezioni del sito. Sicuramente un altro parametro importante è il numero di pagine e/o di articoli che annovera il sito al suo interno. Un sito che ha 100.000 articoli è sicuramente un sito più autorevole di uno che ne ha una decina.
Quello che però aumenta realmente l’authority di un sito web è il numero di Backlink. Il motore di ricerca infatti non calcola il punteggio di authority di un sito web basandosi unicamente sul sito stesso ma anche basandosi sul numero di Backlink (ovvero di link che provengono da altri siti e puntano al nostro), e udite bene, dall’authority di questi siti.
Se ci pensate bene, la motivazione è semplice. Se per salire di Domain Authority è sufficiente linkare articoli da un altro sito, allora potrei pensare di fare un investimento, comprare 100 domini e iniziare a linkare tutti i miei articoli su questi 100 siti e il gioco è fatto. Ovviamente con il sistema implementato da Google questa pratica diviene totalmente inutile all’atto in cui quei siti appena creati avranno un’authority pari a 0, pertanto il backlink portato da questi siti avrà un peso pari a 0.
Non è sufficiente però che altri siti autorevoli linkino il nostro articolo, bisogna anche vedere tecnicamente la natura del link.
Esistono due tipologie di link: i link “dofollow” ed i link “nofollow” sono due tipologie di attributi dei link. Nel primo caso non vengono inserite particolari istruzioni, nel secondo caso viene aggiunto l’attributo rel=”nofollow” o anche noreferrer o noopener.
Esempio di link dofollow
<a href="https://nome-dominio.com/nome-articolo/" target="_blank">Link</a>
Esempio di link nofollow
<a href="https://nome-dominio.com/nome-articolo/" target="_blank" rel="nofollow">Link</a>
I link follow informano il motore di ricerca di seguire quel link perché riporta informazioni ritenute importanti per la comprensione della lettura o per approfondimento.
I link nofollow invece linkano semplicemente una pagina esterna senza informare il motore di ricerca di seguire quel link. Questa tipologia di link infatti ai fini SEO conta poco e niente.
Ora che abbiamo un’infarinatura di come si comportano i motori di ricerca con il nostro sito, andiamo a vedere quali siano gli accorgimenti da tenere in considerazione quando dobbiamo scrivere un articolo.
Dal momento che, come abbiamo visto, i motori di ricerca effettuano un’analisi semantica del contenuto, si aspettano che l’articolo venga scritto con un linguaggio che sia comprensibile e chiaro con frasi non eccessivamente lunghe: periodi brevi e concisi, facili da comprendere. Che il testo sia strutturato in modo tale si possa trovare facilmente quello che si cerca, ad esempio attraverso lo scorrimento veloce dei titoli. Ecco perché un motore di ricerca si aspetta di trovare un titolo principale individuato dal tag <h1>, dai 2 ai 5 sottotitoli <h2> e volendo altre sezioni individuate da tag <h3>. È necessaria la suddivisione del testo in paragrafi per migliorare l’esperienza di lettura e non affaticare il lettore.
Se si inseriscono dei contenuti multimediali (immagini e video) questi devono contenere l’attributo riguardante le informazioni per i non vedenti, un titolo e una descrizione lunga, in cui è possibile scrivere il contenuto dell’immagine e perché questa immagine è stata inserita, ad esempio per chiarire un concetto.
Un altro accorgimento è quello relativo ad evitare il più possibile le forme passive. Ad esempio un motore apprezza più che si scriva: “Un’amica saluta Giovanna” piuttosto di “Giovanna è salutata da un’amica”.
Anche questo è un accorgimento che migliora la lettura rendendola meno pesante.
Non si parte dalla scrittura dell’articolo… Cavolo! Direte voi… Ancora non possiamo scriverlo?
No!
Scrivere un articolo senza fare opportune analisi non serve a nulla. Farete sicuramente un buco nell’acqua.
La cosa più importante da fare per scrivere un articolo di blog è pianificare l’articolo. In sostanza vanno svolte delle ricerche e solo allora potremo capire se le nostre idee sono corrette o se dobbiamo ripiegare su qualche altra parola chiave più facile da posizionare.
Quando si parla di parola chiave non è più come una volta! Ovvero, quante più volte la scrivo nell’articolo, tanto più sarò promosso sui motori di ricerca. No, al contrario, se provi a mettere in atto una strategia del genere sarai penalizzato dal motore. L’unica cosa che dovrete fare è tenere a mente la parola chiave e scrivere l’articolo senza prestare troppa attenzione a quante la volte la riporterete nel testo. Google fa l’interesse degli utenti, è grazie a loro che è diventato grande e plurimiliardario. Dovete sempre scrivere per gli utenti, non per Google. Quindi imparate tutte queste regole a memoria e dimenticatevene all’atto in cui state scrivendo l’articolo. Aggiustate il tiro una volta che l’articolo è stato scritto, magari strutturandolo con paragrafi e titoli. Rileggetelo più volte e tentate di esprimere un concetto che vi può sembrare un po’ macchinoso con parole più semplici e periodi più brevi; ma la prima scrittura fatela di pugno! Tenendo sempre a mente la parola chiave.
Avrei voluto scrivere questo articolo utilizzando la parola chiave “Come creare un Blog”, queste sono state le mie analisi…
Quando ti trovi una SEO Difficulty di 45 con il primo risultato di Salvatore Aranzulla che ha una Domain Authority di 86 e 31 Backlink capisci immediatamente che non è il caso di muoversi con quella parola chiave. Ho provato altre parole chiave, facendo le opportune analisi e sono giunto alla conclusione che “Come scrivere un articolo di Blog” era una parola chiave che avrebbe potuto semplificare le probabilità di posizionarmi ad un buon livello. Naturalmente (allo stato attuale), sicuramente non in prima pagina.
Ma vi ricordo che c’è la Domain Authority… Se continueremo a pubblicare articoli a questo ritmo, condividendoli sui social, aumentando la fan base sui social ci saranno sempre più visite al sito e sempre più articoli, più Backlink, pertanto la Domain Authority del nostro sito con il passare del tempo aumenterà sempre di più rispetto ai siti che sono rimasti fermi o che hanno comunque una Domain Authority stazionaria. Alla fine si tratta di una guerra silente dove chi lavora di più e si da più da fare investendo il suo tempo sul sito, avrà un riconoscimento sui motori di ricerca.
La nostra è una società di consulenza ma al di la del piacere di condividere informazioni con i nostri lettori e clienti, questi articoli li facciamo anche per aumentare la Domain Authority del nostro sito. Aumentare le connessioni al sito significa aumentare la conoscenza del brand ed aumentare la cognizione di brand significa avere più clienti organici, ovvero non derivanti da campagne di Marketing a pagamento: ciò implica minor spesa sul marketing per acquisire nuovi clienti. In fin dei conti si lavora per questo.
Se hai bisogno di una consulenza in ambito IT o Marketing puoi recarti nella nostra sezione contatti; nel frattempo speriamo di averti dato delle linee guida per avviare il tuo Blog di successo!